Tra due giorni avrebbe compiuto 79 anni Giulio Bosetti, il grande attore e regista bergamasco morto alla vigilia di Natale. Attualmente direttore del teatro Carcano di Milano, aveva lavorato sin dagli anni Cinquanta in diverse compagnie teatrali, conservando per tutta la vita una particolare inclinazione al teatro pirandelliano. Realizzò l’allestimento di grandi lavori della drammaturgia del Novecento, tra cui «Il berretto a sonagli» «Così è (se vi pare)», «Il re muore», «Aspettando Godot»; il suo ultimo impegno importante era stata nel 2008 la regia del testo «L’attore» di Tullio Kezich.
Dopo aver frequentato l’Accademia «Silvio D’Amico» di Roma aveva immediatamente intrapreso un’intensa attività di attore di prosa e di regista facendosi interprete di un repertorio ricco e variegato, da Molière a Ibsen, da Cechov a Camus. Negli anni Settanta fondò la cooperativa «Teatro Mobile», che avrebbe diretto per tutta la vita. Nel 1960 esordì in televisione con lo sceneggiato «Ragazza mia», cui seguirono per oltre un decennio altre commedie e romanzi sceneggiati destinati a restare dei classici del piccolo schermo, tra cui «Malombra», «La pisana» e «La vita di Leonardo da Vinci». Anche al cinema Bosetti dedicò importanti energie della sua carriera d’attore; la più recente interpretazione nel film di Paolo Sorrentino «Il divo» (2008) in cui recitava la parte di Eugenio Scalfari.
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